“MARISA CECCATELLI”

 

 

 

DOLCE VITA CHE HAI DA MORIR

 

Ed oceani mai visti inesausti

e stanca ti rivesti.

 

Sarà l’ebbrezza del mattino!

Saranno mille aurore

a farmi vivere il cuore.

 

Dolce vita che hai da venir!

Regalami solo una margherita

che io possa restituir.

 

Langue l’anima tua e trema.

Piange il mio dolce sospir.

 

 

LA PREGHIERA DI MARIO

 

Non posso dimenticare le sue parole!

Nella nostra afflizione

suonavano come un tonfo,

nel mare mosso

almeno uno dei due cerchiamo di stare bene!

 

Forse son parole di speranza,

come se lui dicesse una preghiera.

 

Lui che adesso mi può amare

solo da lassù.

 

Non so se avrà il potere di amarmi ancora!

Ma certamente Dio è buono!

Dopo l’inferno, dopo il purgatorio,

quelle preghiere mi fanno sperare

di vedere il Paradiso!

 

Dove possa splendere il mio magico sorriso

e la mia vita echeggi e sorrida.

 

 

LE MIE POVERE MANI

 

Forse cercheresti soltanto le mie povere mani!

E dei miei occhi lasceresti la polvere del tempo:

“come fossero ancora miei!”

 

Di lei che ti ha amato i tuoi occhi parlano ancora!

Ed è un fuoco sempre acceso: “ma non tornerà!”

 

Sarà una carezza a sciogliere quel ricordo!

Ed i miei occhi lavati dal tempo! “ti faranno capire!”

 

Che le mie povere mani ! sapranno accarezzarti:

“e nell’oblio dei nostri occhi !” Morire d’amore.

 

 

UN FIORE DA OFFRIRTI

 

Se fossi un immortale,

e possedessi un mondo.

Il sole prenderei per rendertene dono.

 

Ma cosa può offrirti un povero vagabondo!

Se non ha nulla,

poi vive solo al mondo.

 

Io sogno d’esser principe,

di possedere un trono!

D’esser circondato di dame e cavalieri,

di paggi e principesse.

 

Ma ciò non è realtà,

e la mia felicità, lontano va.

 

Ed io non ho da offrirti,

che questo fiorellino.

 

Lo porto da lontano!

 

L’ho colto in un giardino,

dove non c’è tristezza.

Dove non c’è dolore,

dove nasce la gioia,

e domina l’amore.

 

     

          Firenze

 

Mai conosciuta e bella; consacrata!

Unica vestige.

 

Quando l’ardor del mio cuor bambino!

Ti strinse forse sei volte.

 

Quando l’erba verde le poche margherite colte!

O Firenze mi accolse.

 

Già giacevi in lutto!

Il tuo fervido cuore!

Di lei ne fece un amore!

 

Al di là dal fiume ozioso

Il tuo paese vivea tra silenzi remoti.

 

I silenzi di chi non vuol tradir;

una città consacrata al sole!

 

O mio! Dolce lenir pianto.

Quando la Greve, sconsolata e amica!

Era soltanto il fiume scaltro,

che l’Arno attendeva!

 

O Firenze! Ricca di dolori

e di magici ricordi!

 

Sei stata il letto della mia povera vita!

Firenze! L’unica vestige

che io porti in cuore!

 

E dell’ardor rimane:

“solo il profumo di terra consacrata al sole”!.

 

Dei suoi tanti monumenti,

dei suoi tanti uccelli!

Di vie sommesse!

 

Forse dieci le ricordo:

“Firenze consacrata”!

Ti dono la mai vita!

 

Città che mi hai accolto:

“Laggiù giacei dipinta “!

Come un sepolcro.

 

  

TI RIVESTI

 

O cuore che soffri!

Nell’argenteo colore ti rivesti:

e passano le aurore!

Stanco trasparire di foglie morte.

 

Guarda il nuovo mattino!

Ed un felice gabbiano che

fa il suo ritorno.

 

Ecco! Arriva il nuovo giorno,

spicca il volo e il gabbiano sazio di volare”

Vola! vola! E non si guarda intorno.

 

E tu cuore che soffri!

Nell’argenteo colore ti rivesti.

 

  UNA MADRE DA RICORDARE

 

Se eri contenta mi facevi felice.

Il primo dolore che ricordo bene

me l’hai dato il primo giorno di scuola,

quando non mi hai accompagnata.

 

Dolore

era veder baciare mia sorella,

quando a me

non restava proprio nulla.

 

Piacere

era vederti cucinare,

le frittelle erano dolci e

belle che saziavano

il mio corpo e tu eri felice.

Per te era giorno di festa!

 

Piacere

era sentirti parlare di cose tristi,

di cose allegre.

 

Gioia

poteva essere stringerti

forte forte,

tutte le volte che lo desideravo,

ma non c’era questa confidenza

fra noi due.

 

Amore

era quando soffrivi!

Forse non lo sapevi

ma soffrivo con te.

 

Amore

è ricordarti sempre,

tutti i giorni della mia vita!

 

Non si dimentica una mamma

soprattutto se ha sofferto,

riso e pianto.

 

Nel mio cuore sei presente,

ti cerco e ti ricordo;

forse cerco un aiuto da te

anche se tu ormai non ci sei più

da tantissimo tempo.

 

 

     AMORE SOVRANO

 

Aspro venir salir profum di vino!

Di uva acerba maturata al sole,

gonfie le riole, di uva, mosto,

ammaestrato da artifizio sovrano.

 

Sovrane ascese a non pensar!

E tra le aspre tese, la mia piccola man,

dagl’occhi sol penetrar.

 

Che ancor l’amor troppe volte risoluto!

“Senza uno schiaffo in mano”!

Amor sovrano.

Col dolore che sopporto.

 

Amore risoluto senza uno schiaffo in mano!

Amor sovrano.

 

Di languidi tormenti,

di frenetici pianti,

di mille nodi per volare a prua.

 

Ho una ferita se ci penso bene!

L’odor di mosto e uva acerba.

 

(l’amor sempre comprato!)

È una fitta tristemente acuta!

 

Non languisce e non dà pace.

 

Sarà lui a rifiorir la vita!

 

D’edificanti sementi è pieno il grano.

 

 

 

        

LE TUE MANI

 

Sole che scotti dietro le persiane chiuse!

E quella stanza semi buia

è solo la notte dei tuoi pensieri.

 

Dove alle volte sai chi era lei.

Lei che addormentavi con tanto amore!

 

Ed il suo dolce lamento

penetrava la tua anima.

 

Quante maestà Dio gl’ha fatto dono!

 

Forse dietro le persiane

il sole non batteva mai,

la sua stanza buia era la sua anima.

 

Devi esser fiero del tuo amore!

Nessuno ti ha strappato il suo cuore.

 

Solo le persiane chiuse

il freddo tetro di quella stanza.

 

Il bisogno di risorgere?

Di essere se stessa,

d’appartenere a lei.

 

Non fuggire dal suo fascino!

 

Sono state le tue mani!

A portarla tanto in alto.

 

Guarda una colomba volare e sii felice.

Guarda le tue mani

Sono pure e cristalline.

 

              TI AMO

 

Vorrei sentirmi dire, ti amo!

Io ti amo!

Sentirmi dire, ti desidero!

Desidero te.

 

Perché sei dolce e fragile,

perché hai bisogno d’amore,

d’un cuore sincero che ti dica ti amo;

io ti amo!

 

Amo i tuoi occhi un po’ trasognati,

un po’ spauriti che parlano

di tanti sgomenti,

accendono se ti dico ti amo,

 

io ti amo!

Amo il tuo carattere docile,

docile all’amore,

docile al dolore,

docile alla vita!

 

Vorrei accarezzare

la tua pelle come il velluto!

Dirti ti amo,

io ti amo!

 

E dirtelo all’infinito.

 

  

     UN GIORNO AL MARE

 

O sole, che risorgi il mio cuore,

e sulle pietre scotti come calamita.

 

Scrutavi la tua venere

e ne facevi dono!

 

Il tuo orgoglio non lo facevi notare.

 

Ma lei dagl’occhi mesti,

orgogliosi del suo amore!

 

In un migliaio di secondi

Appartenenti all’eternità!

 

Ricorda ancor quel fragile momento:

“dove tu scrutavi il suo cuore”.

 

 

                DIAMANTI

 

Chi ha spezzato il primo diamante!

 

Perché diamanti puri mi avete cullato!

 

Perché si spenge quest’ondata iniqua,

che mi devasta come un uragano!

Chi vi ha detto chi sono?

 

Colui che abbracciai con tanto ardore!

Ed il mio cuore tremulo

sempre aveva paura!

 

Lui ha creato un diamante che scotta!

L’amore non l’ha inventato,

apparteneva a lui!

 

L’oro dell’amore vi fa male,

l’iniquità avete in cuore.

La corruzione è il vostro pane,

vi divertite con i martiri di Dio!

 

Chi avete giustiziato

non vi apparteneva.

 

Giustiziate anche me.

  

    VERDI COLLI

 

O verdi colli io v’accolsi

con una preghiera ed una supplica.

 

L’ora della rugiada ancor non ho visto!

L’ombre della notte sono ancora mie.

 

Son le mie mani che portano un nome!

Il mio cuore ti vorrebbe

per cingere i miei passi.

 

E tu! Che danzi una danza

che non so recitar.

 

E tu! Che ami chi sa solo amar!

Dona il tuo dolce amore!

Fai piangere la mia anima

gonfia di dolore.

 

Accompagna i miei giorni

come l’erba più pura!

 

Risorgi arida terra!

Con l’odore del mattino:

 

L’alte colline mi accolsero con un sol grido.

Guarda quanto dolore che in cuore mi porto!

 

Lui abita i cieli!

 

E lascia le mie povere mani cadere.

 

TERRA TU M’HAI ACCOLTO

 

Or sulle piagge, or sulle vigne!

O campi pieni di gramigne.

 

Voi che sentivo colpevoli con tanto grido!

Avete lavato con colpo deciso.

 

E dei peschi accesi, e l’albicocco tutto tremulo,

per troppo avere in grembo.

 

A te! Vita di fanciulla

regalasti le prime grida, e pianti stremati!

 

Quando la terra madre

era tua consolatrice.

 

Oh no! Per voi non c’è amore!

 

Sono solo le mie ferite che sento nell’anima,

per troppo amor tradito!

 

Io non vengo da lontano,

mia madre mi ha partorito!

 

Se i dolori nel travaglio erano insopprimibili,

ti faccio dono della vita!

 

E di tutta quella natura

col fervido odore di sole acceso!

 

Le mie ferite bruciano ancora:

“L’eterna gloria oggi mi onora”.

 

 

  A FRANCESCO

 

Tu mi davi la mano,

con te vedevo prati in fiore

ed il sole nel cuore.

 

I giorni tetri d’inverno

non mi facevano paura!

I tuoi teneri baci

colmavano la mia anima.

 

Eppure dal primo momento

sono stata sicura di te, di noi!

Poi in quella piccola stanza,

dove dovevamo costruire

il nostro rapporto

ed il nostro avvenire;

è crollato tutto!

 

Ed il nostro amore

non era più desiderio!

Oramai è tardi.

 

Anche se cerchi il nostro rapporto,

non c’è più.

 

Forse sei solo un bambino

che piace dare affetto;

un bambino cocciuto e testardo.

 

Continuerò a vivere

anche senza il tuo amore.

 

Sarà l’amore per gli altri,

sarà l’ebbrezza del sesso,

sarà il sole e la luna

che accompagneranno

le mie notti e i miei giorni.

 

Ma il mio cuore ferito

Non ti cercherà più.

 

 

 

   UN COETANEO

 

Non ho un coetaneo per giocare

non ho un coetaneo per amare la vita

conoscerla insieme!

 

Andare via come il vento

nelle autostrade del mondo

e negli aeroporti corre forte

e con un aereo volare oltre i monti.

 

Forse lassù persi nel blu

non riconoscersi più!

Ma dai è Natale!

Brindiamo insieme!

 

Riconoscersi amici sol perché,

dopo un bel brindisi

cerchi un caffè!

 

Ma il mio coetaneo non c’è

forse sei tu! Che con forza e coraggio

non hai mollato la presa

che in un mantello dorato

mi hai riconosciuta!

 

Se cado a terra non mi lasci andare,

conosci la mia forza

e la vuoi vincere!

Solo perché sei mio coetaneo

Profondamente mi capisci.

 

Il mio coetaneo non c’è!

Dicono che è al di là dal mare

la mia vita sola non lo

potrà mai attraversare.

 

Dove lo cercherò?

Forse nei tuoi occhi! Anche quando

tu non vedrai più un mantello dorato;

quando arresa cercherò un amico,

se sarò lontana ti riconoscerò!

Saranno gli occhi ed il cuore

di un coetaneo

che non posson tradire!

 

 

LACRIME COME STELLE

      …SI SONO SPENTE PER SEMPRE !

 

In un inverno inarrestabile

mi hai soccorso e con le lacrime

hai cessato l’inverno del mio cuore.

 

Le tue lacrime sono un ricordo

che non muore,

le tue lacrime sapranno

trattenere il fremito

del mio cuore quando una calda

emozione mi accompagna.

 

Le tue lacrime si ricordano di me

e mi fanno piangere lacrime amare

le paragono alle tue lacrime

che sapevano di sale.

 

Le nostre lacrime

hanno attraversato

le nostre vite

le nostre lacrime resteranno

per sempre.

 

 

 AMARE CON PASSIONE

 

Il tuo cuore tanto passionale

dove cercherà la vita ?

Eppure la tua vita

è fatta di piccole cose !

 

Dove potrà crescere un amore !

Certamente non per strada !

Dove non hai mai creduto all’amore !

Certamente non ad un angolo di una via,

dove non hai mai saputo accostarti;

il tuo cuore tanto passionale

dove cercherà la vita ?

 

Chissà se sarà una lunga attesa !

O sarà domani ?

Non si finisce mai di vivere il purgatorio

in questa nostra esistenza !

 

Le amicizie fanno piacere

soprattutto se le vivi col cuore !

Credere al Signore è un dono grande,

da essere grata solo a Dio.

 

Perché Dio ora ti fa vivere questo passo ?

Questo purgatorio ?

Dove puoi inciampare,

dove puoi anche sbagliare !

 

Forse anche se fa paura,

dopo la tua morte avrai tutto l’amore;

l’amore passionale

che hai sempre cercato.

 

 

      Commiato

  

O tanto atteso corpo immane!

Col cuore gonfio di dolore!

Per un amore,

non avendolo potuto consolare!

 

Neppure l’alba era pura!

 

Languido il mio cuore al sol pensare,

niente resistè ed il mio cuore

sgorgava come un fiume,

al sol pensar che il grande ciel ti aveva voluto!

 

Il mio animo muto!

Per una gran passione,

che sempre il ciel era stato padrone.

 

Il mio cuore sgorgava lacrime,

si sciolse la catena del dolore.

 

Mancavano solo rose

che t’avrei donato!

 

Io lo vedevo il tuo corpo puro e cristallino!

Fatto di primule e margherite.

 

E nel profumo dell’incenso

ti vedevo andar lontano.

 

Aldo era con me.

 

Lui per tutti era Mario!

Anche il giorno del commiato!

Aldo è solo appartenuto a me.

 

Quell’Aldo tante volte appariscente

tante volte velato,

che fra noi sempre c’era stato.

 

È rimasto nel mio cuore!

Tu sei volato in alto

fra margherite fiori e viole.

 

Il mio cuore ti ricorda

col tuo adorato nome ALDO:

 

“Ed una fitta in cuor mi porto”.

 

 

 Diamanti spezzati

 

All’alba chiara col sol d’april.

 

Vergineo cuore a rifiorir.

 

E nel silenzio muto!

Aspetto una risposta.

 

Dall’alti colli, sarà all’imbrunir.

 

La risposta che in cuor mio già sento,

ma non capisco.

 

Non potrei più amare chi non m’ha amato!

 

Non potrei sopportare l’ignoto grido,

ormai lontano.

 

Come falchi avete cinto la preda,

e come falchi volete sol dirgli ci siamo ancor.

 

Voi stendete le mani!

 

Siete solo rose appassite!

 

Siete i diamanti che l’anima mia aveva sete!

 

Diamanti che a me non appartenete.

 

Ormai vagate nel nulla!

Ormai l’ora acerba è venuta!

 

Vivete lontani da me!

 

Come i giorni soli che da tempo sono miei.

 

Un fiore che non conosco

 

Piccolo bacio di mamma!

 

Che al petto acerbo ti strinse,

forse con tanto amore!

 

E con languor apriva il suo cuore,

ad una vita voluta!

 

Ed il suo amor, troppo bello

decisamente irrefrenabile,

languiva, sulla tua boccuccia rosa.

 

O verginea vita!

Forse saprò del mio amor solo cose tristi,

e di mille abbracci

dati da vita da ragazzi!

 

C’è solo un cuor che chiede vita!

Che chiede amor.

 

Forse tu sapesti

quando il rosso dell’uva amò Marisa.

 

L’amore dato a chi non faceva a meno!

L’amore dato a chi non aveva un padre!

 

Amore decisamente paterno.

 

Fiorellino rosso, oggi piange il tuo amore!

 

Chi non ti è mai appartenuto

di certo non potrà giudicare!

 

Chi d’erba verde e vermigli giacigli!

Ti regalò la vita!