“Massimo Biondi”

 

 

Artista di Scandicci (FI)    Info: massibiondi@gmail.com

 

Massimo Biondi da molti anni si occupa di design, come project leader per diverse aziende; allo stesso tempo ha coltivato, fino dalla giovane età, la passione per l’arte.

Le prime esperienze risalgono ai suoi 18 anni, quando si avvicinò all’espressione grafica, realizzando una serie di disegni a china ed inchiostro.

In quel periodo la sua passione gli ha permesso di partecipare ad esposizioni e concorsi, ottenendo consensi dalla critica ed alcuni primi premi.

È riuscito ad organizzare 4 Mostre personali, a Marradi (sua città di origine) nel 1973 ed a Firenze (1972,1974,1976) ed ha partecipato a numerose mostre collettive.

 

Nel 2000, dopo una lunga pausa e nonostante il passare degli anni e gli impegni della sua professione, Massimo ha ripreso la sua esperienza artistica, con un nuovo entusiasmo creativo.

Ripercorrendo le tracce della sua precedente stagione artistica, Massimo si è cimentato in linguaggi più complessi e maturi, che hanno arricchito la sua produzione.

I temi più vicini alla poetica dell’artista sono da sempre i legami personali, la natura, il sogno, trattati con una certa tensione emotiva, a volte romantica altre malinconica, usando linguaggi metafisici e surrealisti.

Una naturale propensione estetica e creativa, ha permesso all’artista di presentare alcune mostre personali, nonché numerose mostre collettive patrocinate.

La sua più recente produzione di mostre personali si è tenuta nel 2004 a Capalbio, nel 2006 a Firenze e nel 2007 a Udine.

Nel 2012 l’artista ha focalizzato la sua creatività nella rivisitazione in chiave metafisico-surrealista degli Arcani Maggiori dei Tarocchi producendo una serie di dipinti (22 opere), esposti in una mostra a Firenze, nel prestigioso Palazzo Medici Riccardi.

Nel 2015 ha presentato la mostra “ANIME E TAROCCHI” a Palazzo Collacchioni, Capalbio (GR).

 

Le 22 carte, o Arcani Maggiori, che costituiscono i Tarocchi sono da considerare una sorta di trattato filosofico, un liber mutus, una guida agli insegnamenti spirituali e morali per l’uomo in grado di coglierne ed estrarne il significato.

Richard Cavendish, storico inglese, nonché studioso di materie esoteriche, sosteneva che “se si potesse comprenderle appieno queste figure rivelerebbero il meccanismo segreto dell’universo, il ritmo nascosto della Danza della Vita”.

Per tale ragione i Tarocchi, con il loro vocabolario fatto di simboli universali e archetipici, sono innanzitutto un invito alla lettura, alla riflessione e alla riscoperta di un linguaggio privo di parole, ma altrettanto ricco e poetico.

La versione dei Tarocchi realizzata da Massimo è un esempio di quanto questo fascino e questi insegnamenti siano tuttora floridi e fonte di brillanti ispirazioni.

 

Partendo da una ricerca e uno studio approfondito sul simbolismo legato all’immagine, al colore e alla materia, Biondi è riuscito a rinnovare il corpus dei Tarocchi, senza tuttavia tralasciarne la grande memoria e tradizione.

Conservandone il complesso lessico simbolico, l’artista ha adattato l’iconografia dei Tarocchi al suo stile e alla sua poetica d’impronta surrealista, facendo della serie dei Trionfi un esercizio tanto artistico che introspettivo.

Il collage, il polimaterismo e il sicuro segno grafico, uniti a una raffinata abilità creatrice, arricchiscono ulteriormente l’universo di significato proprio di ciascuna allegoria.

 

Come per i surrealisti, l’arte di Biondi è da intendere quale strumento di liberazione dell’inconscio e della fantasia, dei desideri e delle forze interiori che la ragione e le convenzioni sociali tendono ad arginare.

Oltre alla condivisa passione per i Tarocchi, strettamente connessa all’analisi del mondo onirico e del subconscio, un ulteriore punto di contatto tra l’artista e questo movimento è la pratica avanguardista dell’objet trouvé, che i surrealisti ereditarono dal ready-made dadaista.

Gli objet-trouvé di Biondi, variamente ricontestualizzati nelle ambientazioni dei Tarocchi e delle “Anime”, sono oggetti concreti, spesso scarti e spoglie della realtà, creati dalla natura stessa attraverso il lento lavorio del tempo e degli elementi.

Questi relitti del reale vengono metamorfizzati e forgiati dallo sguardo e dalla sensibilità dell’artista, che interviene su di essi fino a portare alla luce l’immagine in essi latente, conferendo loro l’aura e la dignità dell’opera d’arte.

 

Ed è proprio il fascino per la natura e per i suoi elementi che ha portato recentemente l’artista a sperimentare nuovi linguaggi: la scultura e il collage di objet trouvé, dando vita ad una nuova produzione, le “ANIME”, sculture totemiche di ispirazione metafisica, che rappresentano l’incontro fra il “materiale” e lo “spirituale”, fra le dure forze degli elementi e l’anima dei legni (dal greco ànemos, «soffio», «vento»), rappresentando la loro parte pura, immortale e divina.

 

Per la realizzazione delle anime sono utilizzati i tronchi di alberi morti, stritolati dall’abbraccio  mortale dell’edera (che è presente in quasi tutte  le sculture), i legni “portati” dal mare (e a loro volta portati in mare dai fiumi durante le tempeste);  la loro “anima” viene resuscitata, portata a nuova vita,  dando forma a nuove entità, a volte inquietanti,  altre melodiose; ma sempre con armonia, interpretando le paure, i conflitti, le passioni e le contraddizioni  dell’uomo moderno.